In Valpolicella scoperto un nuovo vitigno autoctono

Si chiama Spigamonti come la località, nel bel mezzo della provincia di Verona, in cui è stato scovato, il nuovo vitigno autoctono italiano. Più precisamente, la nuova varietà di uva nasce in un vigneto a 450 metri di altezza, che appartiene a un socio viticoltore della cantina Valpolicella Negrar; <<un’importante recupero di quell’enorme patrimonio di vitigni ormai dispersi: oltre 200 varietà a bacca rossa>>, spiega Daniele Accordini, enologo e direttore di Cantina Valpolicella Negrar.

La scoperta della nuova varietà rustica, resistente alle malattie e, persino, alla grandine, si deve a Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cantina Cooperativa. Nell’estate 2010 c’era, infatti, tra i filari di uve Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara, una vigna che aveva le bacche già invaiate (l’invaiatura indica lo stato della maturazione del frutto), mentre le altre varietà avevano ancora gli acini verdi. I grappoli di questa pianta erano molto spargoli (con i chicchi radi), con il rachide rosso e le foglie molto scure e arrossate. L’analisi del succo, le micro-vinificazioni e sperimentazioni di appassimento hanno dimostrato che «il vino prodotto con la varietà Spigamonti, troppo potente per essere consumato da solo, usato nell’uvaggio Valpolicella può dare risultati straordinari, grazie alla struttura e ai tannini che porta in dote», ha spiegato Oliboni.
«Spigamonti è un’uva unica e particolare, che si è rivelata ottima per l’appassimento e per la produzione di Amarone», ha spiegato il già succitato enologo e direttore della cantina Daniele Accordini, aggiungendo che «nel disciplinare del 2010, prima annata Docg per l’Amarone, è stata introdotta la possibilità di inserire un 10% di vitigni classificati autoctoni e lo Spigamonti darà ai nostri vini una maggiore unicità e irripetibilità».

12-03-2014

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