Capovolto o alla cappuccina

               

 

E’ una forma di allevamento derivata dal Guyot, considerata unità a sé stante. E’ costituita dal tronco, che può raggiungere anche i 2 m, sul quale sono inseriti uno o due capi a frutto piegati verso il basso e 1 o 2 speroni. Presenta un’ampia gamma di possibilità di applicazione e numerose varianti, che lo rendono idoneo su terreni di scarsa e media fertilità, con piante di ridotta espansione, e su terreni fertili nella sua variante più espansa (come in Emilia Romagna).

L’impalcatura è costituita da pali intermedi rompitratta di circa 3,5 m fuori terra, distanti sul filare circa 8 m. I fili di ferro arrivano anche a 5-6, di cui uno, di diametro maggiore, all’altezza dell’impalcatura (1,50-2,00 m), uno o due più in basso, ai quali si legano i capi a frutto ricurvi, e almeno 2-3 al di sopra, per sostenere la vegetazione. Vicino a ogni ceppo è sempre opportuno sistemare un paletto di sostegno, fin dall’impianto. Le distanze d’impianto sono di 2,5-3,5 m tra i filari e di 2,0-2,5 m sulla fila (per il doppio capovolto), corrispondenti a un investimento variante dalle 1.200-2.000 piante per ettaro.           

La potatura di allevamento deve tendere all’edificazione di un tronco fino all’altezza dell’impalcatura mediante la cimatura del tralcio che costituisce il naturale prolungamento del tronco, raccorciando e diradando gli altri germogli. Al 3° anno il tralcio principale viene curvato verso il basso e in quello successivo si impiegano 1 o 2 tralci come capi a frutto, che vengono curvati verso il basso e altrettanti si speronano a 2-3 gemme per ottenere il rinnovo per l’anno seguente.    

La potatura di produzione consiste nell’eliminazione dei tralci che hanno prodotto, indi nella curvatura dei tralci sviluppati dallo sperone e nella speronatura (2-3 gemme) di un altro tralcio (o di due), inserito in posizione più bassa rispetto ai rinnovi, come avviene per la potatura del Guyot. Non è sempre necessario mantenere lo sperone, in quanto generalmente si dispone di buoni tralci di sostituzione sviluppati in prossimità della curvatura dell’archetto a frutto.

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