Fertirrigazione
La concimazione viene generalmente effettuata distribuendo al terreno fertilizzanti, solidi o liquidi, organici o minerali. Gli elementi nutritivi vengono in buona parte conservati dal terreno che, grazie anche all’azione della sostanza organica, li cede gradualmente alle piante.
Per fertirrigazione si intende la distribuzione di concimi utilizzando come veicolo l’acqua d’irrigazione. Per effettuarla è necessario disporre, oltre che di un impianto di irrigazione, di un apparecchio che immetta il fertilizzante nell’acqua irrigua, nelle dosi volute.
I suoi vantaggi sono:
distribuzione graduale e frazionata degli elementi nutritivi con perdite ridotte e massima efficienza
costo limitato di ciascun intervento disponendo di impianti adeguati
non richiede di entrare in campo con macchine
maggior assorbimento degli elementi nutritivi perché già disciolti in acqua
facilità nella distribuzione omogenea di dosi ridotte di concimi per i microelementi
Gli svantaggi possono essere:
limitata espansione dell’apparato radicale soprattutto con l’irrigazione a goccia
limitata incorporazione nel suolo di fosforo e potassio a causa della loro limitata mobilità e quindi rifornimento dell’elemento soltanto per le radici superficiali
può essere effettuata solo su colture irrigue per la necessità di disporre di un impianto d’irrigazione specifico
esigenze nutrizionali spesso non sincrone con le esigenze irrigue specialmente in climi temperati e piovosi
disomogeneità del terreno
La fertirrigazione è applicata praticamente su colture protette, colture pacciamate e in climi aridi.
I concimi usati in fertirrigazione e concimazione fogliare sono:
concimi idrosolubili: prodotti particolarmente puri (sali tecnici), microcristallini, con titolo elevato e molti rapporti NPK disponibili;
concimi liquidi: uso più semplice, costo maggiore e titolo inferiore;
concimi ordinari: più economici ma le impurità possono causare intasamenti e problemi all’impianto di distribuzione.